Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 7 ottobre 2004 Musica, poesia e danza per i sei nuovi parchi trentini. La politica dei Verdi sale sul palco e diventa show, in uno spettacolo multiculturale che girerà la provincia nel 2005 a favore delle nuove aree protette. «Ci sarà un sito internet - annuncia Roberto Bombarda, il firmatario del disegno di legge su «un terzo al futuro» - e per ogni parco una pubblicazione». Per il consigliere «verde-non verde» (non è tesserato), quella del 30% di territorio protetto è la sfida chiave di legislatura. Arriva a ridosso delle elezioni comunali, ma Bombarda non se ne duole: «La mia proposta mira anche a prefigurare gli scenari fra 15-20 anni, tenendo conto dell´evoluzione della domanda turistica e degli stili di vita nei paesi più ricchi. Ed è un progetto che dovrebbe piacere a buona parte dell´elettorato di sinistra, a quelli che non hanno votato verde». Il terzo al futuro, in realtà - se si fa eccezione per lo slogan - non è un progetto nuovo. È farina del capace sacco ambientalista e dei Verdi prima maniera. Di tutela del Cadria, i botanici parlavano nel primo dopoguerra, e il Wwf aveva proposto il parco del Lagorai nel 1976. Nel ´93 - c´era anche il simbolo, la marmotta - ma poi il disegno di legge Franceschini-Boato aveva cozzato contro molte opposizioni, Val di Fiemme in primis. L´esclusione dei vasti territori di bosco «coltivato» della Magnifica comunità è la logica contromossa odierna. Di parchi «a medio termine» - Lagorai e Cima d´Asta, Bondone, Baldo, Pasubio-Piccole Dolomiti e ampliamento dello Stelvio - s´era poi occupato a lungo negli anni ´80 il verde Sandro Boato, evolvendo i concetti di tutela delle riserve demaniali nei siti ecologicamente più interessanti. Bombarda, la proposta è in gran parte aderente a quella irrealizzata degli anni ´80. Il parco del Bondone? Tutelare le rocce del Latemar, che per metà è altoatesino e già raggiunto da impianti, e non Mamolada o Catinaccio? Il modello gestionale rimane quello degli enti guidati da comitati di gestione, finanziati dall´ente pubblico. In Alto Adige i parchi non hanno enti di gestione, provvede un ufficio provinciale. Perché no? Il parco del Lagorai è già stato «bocciato» una volta. Otto mesi alle elezioni: che diranno i sindaci?
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ROBERTO
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